L’odierno scenario del mondo dei casino online e del gioco d’azzardo

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Ancora per qualche giorno si parlerà, a ritmo continuo, dell’esito delle elezioni regionali ed, in modo particolare, di quelle che riguardano l’Emilia Romagna, poiché della vittoria del centro destra in Calabria nessuno si “allarga” in alcun commento. Il territorio emiliano romagnolo è maggiormente “frequentato” da piccole e medie imprese, comprese ovviamente quelle del gioco pubblico, ed è stato veramente un di campo di battaglia elettorale, combattuto con tante armi e con tanta animosità indirizzate nei confronti dell’unico personaggio politico da sconfiggere, cioè Matteo Salvini. I toni sono stati “troppo alti”, sia da parte della Lega che da parte del “Movimento delle Sardine”, spudoratamente di sinistra anche se nessuno lo dichiara apertamente e nessuno se ne dichiara appartenente. Poi, questa importanza fatta risalire all’esito delle elezioni regionali da parte di qualcuno, ha portato forse ad esacerbare gli animi ed a spingerli “troppo in là” della soglia dell’educazione al punto che le problematiche che “sono vissute” nella realtà su quel preciso territorio, che non sono solo quelle del gioco pubblico, come riferito anche dalla migliore guida ai casino online italiani legali Casinoonlineaams.com, sono passate in second’ordine.

Ormai, la kermesse elettorale è terminata e bisogna confrontarsi con il risultato che, purtroppo, non è favorevole ad un possibile “ammodernamento” della Legge Regionale sul Gioco perché, senz’altro, i vincitori non vorranno mettere in discussione il proprio operato su quanto hanno messo in campo durante il loro mandato. Quindi, si deve ricominciare da capo e pensare a “che Santo votarsi” per cambiare qualcosa di questa Legge così pressante, espulsiva e negativa per il mondo legale del gioco e, sopratutto, per i dipendenti delle imprese che saranno costrette a chiudere i battenti. Forse, l’ultima speranza per l’industria del gioco potrebbe ritornare ad essere affidata proprio al Governo centrale che si dovrebbe sentire obbligato a mettere in lavorazione il riordino nazionale del gioco pubblico per dare un punto fermo ad un settore che rappresenta lo Stato a mezzo dei suoi operatori.

Sicuramente, tale provvedimento metterebbe fine all’annosa e “tristemente famosa” Questione Territoriale che sta tenendo in scacco il mercato ludico ed impedisce eventuali investimenti che ancora qualche “sprovveduto” intendesse fare nel business del gioco: ma se lo Stato centrale non ravvede la necessità del riordino che continua a latitare, cosa ne potrà mai essere di tutta l’industria del gioco? Senza parlare di Regione in Regione, per le loro Leggi sul Gioco che, ormai, imperversano da nord a sud dello Stivale. Il gioco pubblico, e quindi legale, rischia miseramente di non essere più presente sul territorio, mentre continua a progredire ed a ristabilizzarsi nei punti di gioco lasciati liberi, il gioco illegale e questo porta con sé un grande degrado e desolazione: e se lo Stato non si accorge neppure di questo, cosa mai potrebbe fare il gioco per sopravvivere? Appare agli occhi anche di chi non segue il gioco d’azzardo, che vi sia una strategia, una noncuranza ed una superficialità assoluta nel “non valutare” un fenomeno come quello ludico, ed un atteggiamento che, in ogni caso, rasenta l’ostilità, l’incongruenza e l’indifferenza verso un insieme di piccole e medie imprese, purtroppo, destinate a fallire.

Ma questo è il comportamento dell’Esecutivo Giallo-Rosso e tale lo scenario che appare al gioco pubblico. Che ne è dei programmi di Governo per aiutare le aziende che incorporano, nelle loro dirette attività e per l’indotto, un numero impressionante di lavoratori? Lo Stato non dovrebbe aiutare, sostenere e sviluppare l’occupazione che è anche un diritto sancito dalla Carta Costituzionale? Il nostro Paese dovrebbe essere fondato sul lavoro e sulla libertà di impresa: e chi meglio dello stesso Stato può aiutare a fare in modo che questa “chimera” diventi raggiungibile? Certamente, non distruggendo un settore che invece studia, crea e produce e che per questo viene anche riconosciuto, agli occhi di imprenditori esteri, un mondo nel quale ancora si potrebbe investire… se non continuasse a sparire dal territorio e se le imprese non fossero costrette ad auto-eliminarsi. Ma come si può uscire da questo pantano assurdo nel quale il gioco pubblico sta navigando da mesi? Da solo sicuramente non può farcela a stare a galla: bisognerebbe che venisse lanciato il “salvagente del riordino” altrimenti continuare a “nuotare” risulterà, purtroppo, inutile.

Inutili, persino tutti gli sforzi che gli operatori stanno facendo, e che non sono senz’altro pochi, sopratutto a livello economico: il gioco si trova di fronte all’inerzia negativa che l’Esecutivo applica in modo spudorato non cercando di fare un minimo passo verso il riordino nazionale che darebbe una sensibile “boccata d’aria fresca” a tutto il settore. Darebbe tanta speranza nel credere, ancora, che il business del gioco sia attuabile e gestibile e che non sia, invece, un baratro dove tutta l’industria del gioco è destinata a cadere E dove viene spinta da tutte quelle manovre impositive, restrittive ed ostative che vengono messe in campo con l’intento evidente, purtroppo da parte dello stesso Governo, di eliminare questo benedetto effimero ed immorale settore dall’italico territorio. Qualcuno dovrà rendersi responsabile di fronte alle migliaia di dipendenti che si troveranno in mezzo ad una strada, ed alle loro famiglie, di questa tremenda defezione nei confronti di quelle attività che rappresentano lo Stato e che sono “una sua Riserva”.

Evidentemente, anche questo non conta proprio più nulla e fa anch’esso parte dello scenario che il gioco intravede. C’è da sperare, e si crede sia proprio l’ultima spiaggia, che con il nuovo equilibrio che il Governo dovrà trovare dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna ed in Calabria sia prodromo nel rendere più agevole l’ipotesi di un riordino del settore ludico: più che una speranza diventa “l’ultima speranza”, perché di tempo per la sopravvivenza il mondo dei giochi non ne ha veramente più. Le forze economiche e psicologiche vengono meno anche perché si persevera nel non ascoltare la situazione reale dell’industria del gioco: nessuno vuole prendersi in carico “questa patata bollente” del fenomeno del gioco, e nessuno vuole anche rendersi conto che al cittadino italiano piace rincorrere il gioco d’azzardo. Questo intrattenimento è divertente e, se ben affrontato, trasmette indubbiamente gioia.

L’odierno scenario del mondo dei casino online e del gioco d’azzardoultima modifica: 2020-02-01T13:28:01+01:00da casinoonlinetop
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