Casino Online e gioco d’azzardo sempre più sicuri in Italia

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In questo periodo si legge parecchio sulle truffe online di ogni tipo e forma, cosa che viene evidenziata parecchio anche dalla televisione per mettere in guardia coloro che si avvicinano all’online con troppa superficialità e con poca conoscenza di questo mondo così accattivante ma, obbiettivamente, anche così pericoloso: e non si parla soltanto di gioco, ma anche di altre situazioni che coinvolgono persone che prendono l’online “sottogamba” proprio perché ne manca la cultura. Quindi, le frodi e gli inganni crescono online, mentre il gioco, confermato anche dalla più autorevole rivista online italiana sui casino online Casinosicurionline.net, diventa sempre più sicuro, attrattivo e competitivo: sopratutto quello del nostro Paese esattamente come emerge da una ricerca di mercato e da un report di Jumio che, appunto, mette il nostro mondo del gioco online al primo posto in questa particolare classifica. Per spiegare a chi non è del settore ludico, Jumio è una società americana specializzata nei servizi di autenticazione dell’identità digitale e da parecchi anni si cimenta con la raccolta di dati per rintracciare la prevalenza delle frodi che permettono di violare gli account degli utenti in rete, e non solo per il gioco.

A seguito di questo studio sui vari account creati negli ultimi sei anni, Jumio ha determinato che continua ad aumentare la creazione fraudolenta di account, da intendersi come utilizzo di identità di qualcun altro sul web. A parte questa notizia, che sicuramente non è positiva poiché “inneggia” alla truffa, Jumio sottolinea, tuttavia, che la comunità del gaming online riesce a tenere questo fenomeno sotto controllo, sempre, e in modo particolare in Italia. Dopo aver sottolineato che negli ultimo cinque anni ci sono stati aumenti costanti di frodi in senso generale, nel 2019 vi è stato un calo sostanziale delle frodi sui conti di gioco a livello globale. Ed è proprio lì che l’Italia emerge ed arriva ad essere in testa nella classifica dei Paesi più virtuosi, arrivando ad avere una diminuzione di oltre l’11% delle violazioni rispetto all’anno precedente ed è un risultato che consegna una grande soddisfazione. D’altra parte gli addetti ai lavori che operano per arrivare a controllare il più possibile questo preciso comparto, svolgono un’attività molto difficoltosa ed arrivare ad un risultato così tangibile mette in sicurezza i giocatori del nostro Paese. Questo dato di “primo in classifica” per il gaming italiano è un grande successo.

Ma bisogna anche rilevare che nel 2014 nel nostro Paese si registrava un dato veramente preoccupante rapportandolo agli altri principali Paesi a livello globale e, quindi, non solo europei. L’Italia in quell’anno era l’unica a superare la soglia dell’1% nel tasso di frodi, posizionandosi (anche allora) al primo posto in assoluto, ma cifra che via via è andata scemando segnalando una risalita nel 2018, per poi scendere durante il corrente anno dove al contrario tutti gli altri Paesi hanno registrato un aumento sostanzioso: in Germania addirittura dell’80%, in Canada del 44% e negli Stati Uniti, quasi il 34%. Per raccogliere tutti questi dati Jumio, nel suo report, segue circa 300mila verifiche al giorno su oltre 200 milioni di identità rilasciate in più di 200 paesi e territori. Questo enorme numero di dati unito alle altrettanti elaborazioni giornaliere consente di rintracciare e frenare il furto di identità ed altre attività fraudolente. Bisogna sottolineare che nel 2014 l’industria del gioco online ha visto la creazione di conti fraudolenti nell’85% dei casi, percentuale aumentata nell’anno successivo dell’1,13% che è cresciuta in modo esponenziale sino a raggiungere il 4,21% nel 2018. Ma, come detto all’inizio di queste righe nel 2019 la percentuale è scesa al 2,52%

Come si può senz’altro immaginare, il Regno Unito in questo report di Jumio risulta anch’esso virtuoso, come in quasi tutte le cose che riguardano il gioco, sia terrestre che online: infatti, sembrerebbe che il Regno Unito abbia trovato un modo migliore per garantire l’identità di un conto di gioco ed al momento quel Paese rappresenta un tasso di frode nel mercato del gioco d’azzardo che è dell’1%, ma bisogna anche segnalare un fatto particolare. Mentre il Regno Unito, come detto, ha il livello più basso di tassi di frode per l’intero anno, ha visto un picco di frode di nuovi account nel weekend del Black Friday/Ciber Monday che è arrivato all’11% in più rispetto alla media dei livelli di frode del 2019. Ciò è in contrasto con il resto del Pianeta che durante il fine settimana dello shopping natalizio i tassi di frode sono stati inferiori del 19%, rispetto ai livelli medi di frode del 2019. Si potrebbe anche ipotizzare che una diminuzione delle frodi nel Regno Unito possano derivare dalle normative che sono state inasprite e migliorate che sono state suggerite dalla Gambling Commission. Si potrebbe anche pensare che considerando che tali regole si sono dimostrate efficaci, è probabile che vengano seguite ed adottate da altre realtà territoriali.

Per dare miglior contezza a quanto è stato scritto in queste righe, bisogna anche parlare delle tecniche che vengono impegnate per le frodi. Il primo passo, nel furto di identità inizia naturalmente con la creazione di un nuovo account online: il che comporta l’uso deliberato di nome, indirizzo, conti bancari di qualcun altro per ottenere danaro e credito nonché per effettuare acquisti. Ma viene anche utilizzato nei confronti delle imprese per distinguere quelle ad alto rischio o quelle a basso rischio e ciò porta inevitabilmente all’evoluzione del web oscuro che va combattuta nel modo più forte possibile perché è destabilizzante. Ad esempio, troppo frequentemente le aziende fanno affidamento a metodi tradizionali per verificare l’identità e non sono attrezzate per rilevare nuove frodi di account ottenute con metodi sofisticati. Sempre il Regno Unito è riuscito a ridurre i suoi livello di frode nei nuovi account ed in alcuni settori per merito di normative più severe. Le organizzazioni devono essere tutte insieme vigili e garantire la massima sicurezza sopratutto in particolari momenti dell’anno, come il Black Friday, dove i tentativi con le nuove frodi sui conti aumentano sicuramente in tutti i settori e, quindi, anche in quello del gioco online.

L’odierno scenario del mondo dei casino online e del gioco d’azzardo

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Ancora per qualche giorno si parlerà, a ritmo continuo, dell’esito delle elezioni regionali ed, in modo particolare, di quelle che riguardano l’Emilia Romagna, poiché della vittoria del centro destra in Calabria nessuno si “allarga” in alcun commento. Il territorio emiliano romagnolo è maggiormente “frequentato” da piccole e medie imprese, comprese ovviamente quelle del gioco pubblico, ed è stato veramente un di campo di battaglia elettorale, combattuto con tante armi e con tanta animosità indirizzate nei confronti dell’unico personaggio politico da sconfiggere, cioè Matteo Salvini. I toni sono stati “troppo alti”, sia da parte della Lega che da parte del “Movimento delle Sardine”, spudoratamente di sinistra anche se nessuno lo dichiara apertamente e nessuno se ne dichiara appartenente. Poi, questa importanza fatta risalire all’esito delle elezioni regionali da parte di qualcuno, ha portato forse ad esacerbare gli animi ed a spingerli “troppo in là” della soglia dell’educazione al punto che le problematiche che “sono vissute” nella realtà su quel preciso territorio, che non sono solo quelle del gioco pubblico, come riferito anche dalla migliore guida ai casino online italiani legali Casinoonlineaams.com, sono passate in second’ordine.

Ormai, la kermesse elettorale è terminata e bisogna confrontarsi con il risultato che, purtroppo, non è favorevole ad un possibile “ammodernamento” della Legge Regionale sul Gioco perché, senz’altro, i vincitori non vorranno mettere in discussione il proprio operato su quanto hanno messo in campo durante il loro mandato. Quindi, si deve ricominciare da capo e pensare a “che Santo votarsi” per cambiare qualcosa di questa Legge così pressante, espulsiva e negativa per il mondo legale del gioco e, sopratutto, per i dipendenti delle imprese che saranno costrette a chiudere i battenti. Forse, l’ultima speranza per l’industria del gioco potrebbe ritornare ad essere affidata proprio al Governo centrale che si dovrebbe sentire obbligato a mettere in lavorazione il riordino nazionale del gioco pubblico per dare un punto fermo ad un settore che rappresenta lo Stato a mezzo dei suoi operatori.

Sicuramente, tale provvedimento metterebbe fine all’annosa e “tristemente famosa” Questione Territoriale che sta tenendo in scacco il mercato ludico ed impedisce eventuali investimenti che ancora qualche “sprovveduto” intendesse fare nel business del gioco: ma se lo Stato centrale non ravvede la necessità del riordino che continua a latitare, cosa ne potrà mai essere di tutta l’industria del gioco? Senza parlare di Regione in Regione, per le loro Leggi sul Gioco che, ormai, imperversano da nord a sud dello Stivale. Il gioco pubblico, e quindi legale, rischia miseramente di non essere più presente sul territorio, mentre continua a progredire ed a ristabilizzarsi nei punti di gioco lasciati liberi, il gioco illegale e questo porta con sé un grande degrado e desolazione: e se lo Stato non si accorge neppure di questo, cosa mai potrebbe fare il gioco per sopravvivere? Appare agli occhi anche di chi non segue il gioco d’azzardo, che vi sia una strategia, una noncuranza ed una superficialità assoluta nel “non valutare” un fenomeno come quello ludico, ed un atteggiamento che, in ogni caso, rasenta l’ostilità, l’incongruenza e l’indifferenza verso un insieme di piccole e medie imprese, purtroppo, destinate a fallire.

Ma questo è il comportamento dell’Esecutivo Giallo-Rosso e tale lo scenario che appare al gioco pubblico. Che ne è dei programmi di Governo per aiutare le aziende che incorporano, nelle loro dirette attività e per l’indotto, un numero impressionante di lavoratori? Lo Stato non dovrebbe aiutare, sostenere e sviluppare l’occupazione che è anche un diritto sancito dalla Carta Costituzionale? Il nostro Paese dovrebbe essere fondato sul lavoro e sulla libertà di impresa: e chi meglio dello stesso Stato può aiutare a fare in modo che questa “chimera” diventi raggiungibile? Certamente, non distruggendo un settore che invece studia, crea e produce e che per questo viene anche riconosciuto, agli occhi di imprenditori esteri, un mondo nel quale ancora si potrebbe investire… se non continuasse a sparire dal territorio e se le imprese non fossero costrette ad auto-eliminarsi. Ma come si può uscire da questo pantano assurdo nel quale il gioco pubblico sta navigando da mesi? Da solo sicuramente non può farcela a stare a galla: bisognerebbe che venisse lanciato il “salvagente del riordino” altrimenti continuare a “nuotare” risulterà, purtroppo, inutile.

Inutili, persino tutti gli sforzi che gli operatori stanno facendo, e che non sono senz’altro pochi, sopratutto a livello economico: il gioco si trova di fronte all’inerzia negativa che l’Esecutivo applica in modo spudorato non cercando di fare un minimo passo verso il riordino nazionale che darebbe una sensibile “boccata d’aria fresca” a tutto il settore. Darebbe tanta speranza nel credere, ancora, che il business del gioco sia attuabile e gestibile e che non sia, invece, un baratro dove tutta l’industria del gioco è destinata a cadere E dove viene spinta da tutte quelle manovre impositive, restrittive ed ostative che vengono messe in campo con l’intento evidente, purtroppo da parte dello stesso Governo, di eliminare questo benedetto effimero ed immorale settore dall’italico territorio. Qualcuno dovrà rendersi responsabile di fronte alle migliaia di dipendenti che si troveranno in mezzo ad una strada, ed alle loro famiglie, di questa tremenda defezione nei confronti di quelle attività che rappresentano lo Stato e che sono “una sua Riserva”.

Evidentemente, anche questo non conta proprio più nulla e fa anch’esso parte dello scenario che il gioco intravede. C’è da sperare, e si crede sia proprio l’ultima spiaggia, che con il nuovo equilibrio che il Governo dovrà trovare dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna ed in Calabria sia prodromo nel rendere più agevole l’ipotesi di un riordino del settore ludico: più che una speranza diventa “l’ultima speranza”, perché di tempo per la sopravvivenza il mondo dei giochi non ne ha veramente più. Le forze economiche e psicologiche vengono meno anche perché si persevera nel non ascoltare la situazione reale dell’industria del gioco: nessuno vuole prendersi in carico “questa patata bollente” del fenomeno del gioco, e nessuno vuole anche rendersi conto che al cittadino italiano piace rincorrere il gioco d’azzardo. Questo intrattenimento è divertente e, se ben affrontato, trasmette indubbiamente gioia.

Il gioco d’azzardo cambia in Emilia Romagna, anche i casino online

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Sicuramente, il mondo del gioco pubblico, una lista dei migliori casino online legali è disponibile su Casinoonlineprova.com, era in tensione relativamente all’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna, poiché su quel territorio è in vigore una Legge Regionale sul Gioco talmente severa e capestro che ha costretto una moltitudine infinita di imprese a chiudere i battenti, mettendo la filiera del gioco di quella Regione, così operosa e professionale in tutti i campi, assolutamente in ginocchio. Si guardava, quindi, ad un eventuale “cambio di amministrazione” sperando che se avesse vinto il centro-destra potesse cambiare qualcosa, od almeno poteva venire preso in considerazione una sorte di “miglioramento” di tale legge così ostativa al gioco di Stato. Così, purtroppo, non è avvenuto ed ecco che le attività di gioco dovranno rimboccarsi di nuovo le maniche: cercare di sopravvivere in qualche modo e cercare di rappresentare alla “vecchia”Amministrazione regionale le gravi esigenze che stanno condizionando il percorso commerciale ludico e problematiche, sopratutto, che non consentiranno di sopportare gli ulteriori recentissimi aumenti che “gentilmente” il Governo di turno impone al “suo” gioco pubblico.

Tutte le speranze che erano state riposte in quello che il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva descritto come un verdetto nazionale, si è ritorto proprio contro la stessa Lega che ne è uscita sconfitta in modo pesante anche perché con la presupposta vittoria il leader del Carroccio paventava una crisi di Governo e, quindi, la possibilità di elezioni e di cambiamenti. Nulla di tutto questo: insieme alla conferma del Partito Democratico in sella da un bel po’ di tempo e del quale evidentemente il popolo emiliano romagnolo sembra soddisfatto, rimangono attive tutte quelle scelte regionali effettuate dal Governatore uscente Bonaccini, ivi compresa purtroppo la Legge Regionale sul Gioco che con questo esito non muterà di una virgola. Se prima dell’esito delle elezioni si poteva sperare in un “miglioramento o di una eventuale proroga” di tutto quanto disposto contro le attività ludiche, oggi il mondo del gioco si dovrà adeguare alla Legge vigente e cercare di proseguire, quelli che riusciranno materialmente a farlo.

Ma quello che è ulteriormente grave, oltre alla resistenza alla spallata di Matteo Salvini, è che si dovrà rinunciare anche a ciò che aveva promesso Forza Italia per la tutela delle imprese del gioco: tale schieramento esce dalle urne con un risultato minimo, praticamente nullo, per pensare anche minimamente di portare avanti strategie od idee innovative per il gioco pubblico da parte dell’opposizione. Per il settore sconfitta totale anche se vi può essere la “soddisfazione” del crollo sostanziale del M5S sia in Emilia Romagna che in Calabria: Movimento che è notoriamente avverso al gioco pubblico e che ha cercato di distruggerlo in ogni modo da quando è nell’Esecutivo. Vittoria di Pirro si potrebbe dire, ma qualche piccola soddisfazione il gioco se la merita e questa sconfitta del M5S, indubbiamente, è una di quelle! E vi è anche da aggiungere che con questo risultato elettorale la composizione della maggioranza di Governo non è di certo più rappresentativa della volontà popolare ed, indubbiamente, il M5S subirà un ridimensionamento del suo peso politico e le battaglie (compresa quella contro il gioco?) appariranno meno legittimate.

Ma nella realtà attuale, ora, il territorio dell’Emilia Romagna, per quel che riguarda l’industria del gioco, dovrà affrontare momenti “più che neri e difficili” sul suo cammino e meglio iniziare subito a prepararsi a questa debacle non solo politica: ma il gioco è abituato a lottare e si può soltanto sperare che il Partito Democratico, vincitore di questa kermesse, dovrà sempre meno subire le svariate ingerenze e colpi di testa che il M5S ha messo in campo negli ultimi mesi di Governo, compresa quella riluttanza ed avversione nei confronti dell’industria del gioco pubblico che ha portato lo stesso Movimento a studiare e concretizzare politiche anti-gioco ad oltranza, portate avanti come un baluardo per raggiungere chissà quale obbiettivo morale e sociale così di importanza primaria. É di dominio pubblico che l’ex leader dei Cinque Stelle, nel lasciarne la leadership, ha consegnato al reggente del Movimento i risultati raggiunti, compreso quello di “aver messo in ginocchio tutta l’industria del gioco” a livello nazionale.

Da questo discende, comunque, che proprio in Emilia Romagna si continuerà a perseguitare il gioco pubblico con le sue imprese che già “traballano”: il candidato del M5S, infatti, ha difeso il proibizionismo e la linea abolizionistica messa in campo con forza e ciò anche se i cittadini di quel territorio si sono dimostrati piuttosto “freddini” rispetto ai problemi del gioco. Ma a prescindere dall’atteggiamento generale dei cittadini, il Movimento continuerà a demonizzare il gioco ed anche se forse dovrà modificare il proprio atteggiamento politico dovrà fare “quadrato” attorno all’Esecutivo. Avrà, probabilmente, meno voce in capitolo, ma continuerà nell’opera di distruzione di tutta la filiera del gioco, infischiandosi anche della situazione occupazionale che proprio in Emilia Romagna è divenuta veramente grave e che meriterebbe una particolare attenzione da parte dello Stato centrale che non può continuare ad essere latitante ogniqualvolta si tenta di parlare del “suo” gioco pubblico.

Quello che di certo rimane “vivo” è che la vittoria del Governatore Bonaccini rappresenta la conferma delle sue politiche, comprese quelle assunte nei confronti del gioco pubblico: esattamente proprio quella linea ritenuta assurda ed inconcepibile dagli addetti ai lavori e che rischia di compromettere quasi quattromila posti di lavoro, situazione atipica in un momento del nostro Paese dove l’occupazione insiste nell’essere una chimera per chi la ricerca e non si vuole “far sostenere” dal Reddito di Cittadinanza. Non si deve dimenticare che il settore dei giochi è riuscito a portare lavoro a tantissimi giovani quasi “inventandosi” lavori nuovi, ma professioni che per anni hanno consentito a tanti di poter avere uno stipendio e mantenere così le proprie famiglie. Ma neppure di questo viene tenuto conto dallo Stato centrale, e neppure dal Governatore dell’Emilia Romagna, che non ha mai dimostrato una particolare attenzione nei confronti delle esigenze pressanti della filiera del gioco ed ora, purtroppo, sarà ancora più difficile che questo accada.